“Matte, ho dei problemi a tagliare una canzone“. Era un pomeriggio di Giugno, all’altro capo del telefono c’è Giulia D’Amato ed è un paio di anni che non ci vediamo. Avevamo deciso di andare a pranzo fuori in una trattoria dietro casa mia. Mi raccontò del film che stava facendo oramai da un po’, con la sua solita segretezza. Io le raccontai di LGR, di ciò che stavo provando a fare e le lasciai qualche disco. Pensai: caspita, quanto tempo abbiamo passato inutilmente a litigare.
Eh sì, quando eravamo due studentelli del Centro Sperimentale la nostra visione del mondo era assolutamente inconciliabile, sia dal punto di vista politico (di sinistra militante lei, confuso e in-felice io), sia da probabilmente ogni altro punto di vista. Di quei giorni mi rimangono soprattutto i rimpianti. Sono entrato al CSC che avevo poco più di vent’anni e la mia passione era forte ma ancora disordinata. Dopo il CSC non l’ho rivista per anni. Tentai a varie riprese un contatto: ricordo che la sentii per chiederle se voleva fare da aiuto regia su un film horror che stavo organizzando (Everybloody’s End di Claudio Lattanzi), ci sentimmo per scambiarci info per un cortometraggio che doveva organizzare in Sardegna che credo non si sia più fatto e ad un certo punto uscimmo persino a bere una cosa insieme.
Ad ogni modo avevo sempre ammirato la sua passione e quindi arrivata quella telefonata decisi che sarebbe stato divertente provare ad aiutarla, ma mi resi subito conto che non sarei andato lontano da solo. Decisi quindi di coinvolgere Max Varani (Venus in Disgrace) alle programmazioni e dopo un po’ di tentativi siamo riusciti a tirare fuori un tema per il film, un riadattamento di una nota canzone (che sentirete più in là). Kimerica ha poi impreziosito il brano con una intepretazione malinconica e delicata. Il team è completato da Eugene che si è occupato delle registrazioni delle voci di Kimerica su a Milano e da Fabio Fraschini al mix e al mastering. Abbiamo deciso di chiamare questo progetto “speciale” dell’etichetta FRONTEMARE. E così senza quasi accorgermene, stavo aiutando Giulia a fare il suo film mettendoci un po’ del mio ed entrando a far parte di una squadra fantastica composta da Arcopinto, Dromo Studio, Postmodernissimo e Taboo, in ordine rigorosamente alfabetico. Una comunità che ha deciso di stringersi attorno ad un piccolo film dai grandi ideali.
La passione è una forza contagiosa, è quella forza che ti fa capire che c’è ancora una valida ragione per cercare di andare avanti, nonostante tutto e che forse le cose possono ancora cambiare se ci impegniamo tutti insieme. Giulia sa di aver trovato un amico che non credeva di avere ma, nonostante questo, mi sarei impegnato lo stesso per questo film. D’altra parte per fortuna si cresce. È bello avere vent’anni, ma è ancora più bello – per una volta – fare la cosa giusta.